Teatro

Speciale NTFI 2014: luci ed ombre di Peggy Guggenheim

Speciale NTFI 2014: luci ed ombre di Peggy Guggenheim

Ha debuttato al Teatro Nuovo lo spettacolo Peggy Guggenheim - Donna allo specchio di Alessandro Maggi, su testo di Lanie Robertson. Il sipario si apre accompagnato dal suono di una radio e di una melodia d'altri tempi. Sul fondo della scena vengono proiettate in successione delle fotografie storiche, che pian piano ci conducono nella Venezia degli anni '60, in cui è ambientata l'azione.

Penny Guggenheim (interpretata da Fiorella Rubino) arriva alle spalle del pubblico, e trafelata si avvia verso un palcoscenico che non avrà difficoltà a conquistare. Ci racconta di una donna che si è sentita investita di una responsabilità, quella di proteggere e conservare l'arte del suo tempo. Ci racconta di una battaglia per salvare l'arte moderna, un'arte -dice- che obbliga a farsi delle domande, minacciata da un'epoca di regimi votati al culto dell'ordine, in cui non c'è spazio per l'incertezza. Ma racconta anche di una spiccata sensibilità artistica, di divertimenti, balli e passioni. Un personaggio che al di là delle stravaganze ci offre una lucida analisi della sua vita di artista, madre, mecenate, donna in senso carnale, e donna del suo tempo.

La scenografia è essenziale ed appare in tutto il suo candore: pareti bianche e al centro una seduta del medesimo colore, simile a un trono, che all'occorrenza si trasforma in complementi d'arredo grazie a veloci e abili cambi di scena operati a vista. La scelta delle opere proiettate sul fondo è orientata e resa funzionale al percorso memorativo della protagonista: non mera funzione ornamentale, ma simbolo di un'esistenza legata strettamente ad esse, con un omaggio a Palazzo Venier dei Leoni (sede della collezione Guggenheim), un luogo voluto e pensato per come appare oggi, dove non c'è posto che per l'arte. Sembrerebbe una scena che non ha bisogno d'altro, come se la sola presenza di Peggy, con la sua voce, la sua risata e i suoi abiti eccentrici, bastassero da soli a riempirla di tutto il necessario.

Affiancano Peggy, sulla scena, sua figlia Pegeen e un maggiordomo. La loro presenza-assenza, all'interno di una rappresentazione che si configura, di fatto, come un monologo, apre una finestra sulla difficoltà di vivere all'ombra di una figura così dirompente e, forse inconsciamente, invasiva. La scelta del Teatro Nuovo risulta davvero riuscita per questo spettacolo che si avvicina molto alla confessione -ma allo stesso tempo se ne allontana- di una donna che ha vissuto sopra le righe e contro tutti, e che tuttavia sente il bisogno, se non di giustificare, di raccontare i perché della sua esistenza singolare. Fiorella Rubino riesce a catalizzare l'attenzione del pubblico che si diverte, grazie alle uscite brillanti di un testo non privo di improperi e umorismo, ma senza venir meno a quell'atmosfera raccolta, necessaria a cogliere ogni sfumatura della protagonista. Alessandro Maggi ci presenta un personaggio brillante, calibrando saggiamente luci ed ombre di una delle personalità più significative del secolo scorso.